Disturbi Alimentari

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) o disturbi dell'alimentazione sono patologie di natura psicologica e psichiatrica, caratterizzate da una alterazione delle abitudini alimentari e da un'eccessiva preoccupazione per il peso e l'aspetto del proprio corpo. 

Colpiscono principalmente il sesso femminile, ma oggi sappiamo essere diffusi anche tra gli uomini.
Le statistiche suggerirebbero un maggior interesse per i soggetti in età adolescenziale o - per le donne - vicino all'età della menopausa; ma anche questi dati sembrano cambiare con il passare del tempo e col perfezionamento diagnostico.

Negli ultimi anni sono comparse "nuove" patologie del comportamento alimentare riconosciute e classificate nel DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), come l'Ortoressia, la Vigoressia e la Drunkoressia.

I principali DCA rimangono l'Anoressia Nervosa (AN), la Bulimia Nervosa (BN) ed il Disturbo da Alimentazione Incontrollata o Binge Eating Disorder (BED).


A chi rivolgersi?

Per la cura dei DCA è fondamentale rivolgersi a centri specialistici che si occupino specificamente di questi problemi, così da poter effettuare prontamente una corretta diagnosi differenziale, effettuare tutte le valutazioni specialistiche necessarie (psicologiche, psichiatriche, internistiche e nutrizionali) e di ricevere indicazioni chiare e specifiche sul percorso da intraprendere. 

Gli interventi psicoterapici nei DCA rappresentano una parte decisamente importante della terapia. Per iniziare un trattamento psicologico è necessario raggiungere un'adeguata motivazione al cambiamento, data in primis dal riconoscimento di avere un problema che crea una notevole sofferenza, dal credere nella possibilità di cambiare e soprattutto avendo il coraggio e la forza di chiedere aiuto.


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I Disturbi della nutrizione e dell'alimentazione (DNA) vengono descritti dal DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, V edizione) come "caratterizzati da un persistente disturbo dell'alimentazione o da comportamenti inerenti l'alimentazione che hanno come risultato un alterato consumo o assorbimento di cibo e che compromettono significativamente la salute fisica e il funzionamento psicosociale". 

Tra i disturbi presenti in questa categoria troviamo l'anoressia nervosa e la bulimia nervosa, entrambe caratterizzate dalla distorsione dell'immagine corporea e del proprio peso. Vengono descritti, poi, anche il Disturbo da binge-eating, la Pica, il Disturbo da ruminazione e il Disturbo della nutrizione e dell'alimentazione senza specificazione.

Negli ultimi decenni è stato registrato un notevole aumento della prevalenza dei disturbi alimentari, tanto che si è arrivati a parlare di una vera e propria "epidemia sociale" in continua espansione, per questo è importante ricordare che, con la Direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri, è stata ufficialmente indetta la "Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla", dedicata ai disturbi del comportamento alimentare e che si celebra ogni anno il 15 marzo.

Si è osservato che i paesi occidentali, industrializzati e ad alto reddito, sono quelli più colpiti da questo tipo di disturbi. Questo perché nell'immaginario collettivo dell'odierna società occidentale, "magro è bello", e tutti coloro che non rispecchiano determinati standard di bellezza, in particolar modo le persone in sovrappeso o obese, sono vittime di discriminazioni sociali e stigmatizzazioni, additate come persone con scarsa volontà, pigre e con poco controllo, tanto che si è arrivati a parlare di "grassofobia". 

L'attenzione maniacale per il proprio corpo, il conformarsi a stereotipi di bellezza irraggiungibili, il voler essere perfetti ad ogni costo anche a discapito della propria salute, rischiano di diventare, quindi, una vera e propria ossessione, influenzando l'autostima e minando così al benessere psicologico e fisico della persona. Vi è ormai una vera e propria cultura della dieta con l'accresciuta propensione a mettere in atto regimi dimagranti drastici e autogestiti, che rappresentano un fattore di rischio per l'esordio di un DNA. Inoltre anche una bassa autostima rappresenta un fattore di rischio per una maggiore propensione a seguire diete alimentari e\o ad abbuffarsi, ad essere insoddisfatti della propria immagine corporea e a sviluppare quindi un disturbo del comportamento alimentare.

Quest'ultimi insorgono nella maggior parte dei casi durante l'adolescenza e interessano prevalentemente il sesso femminile, anche se riguardano in misura sempre maggiore anche il sesso maschile. In un periodo estremamente critico come quello dell'adolescenza durante il quale l'approvazione dell'ambiente esterno e il giudizio degli altri risultano essere di vitale importanza, i modelli educativi e culturali che ci vengono proposti giocano un ruolo chiave e possono essere i responsabili della formazione di un'immagine corporea deformata che porta l'adolescente ad individuare nel proprio corpo il nemico da combattere, instaurando, così, un rapporto conflittuale con il cibo e adottando regimi alimentari disorganizzati e poco sani.

È il caso dell'anoressia nervosa e\o della bulimia nervosa caratterizzate da un'alterata percezione del peso e della propria immagine corporea; da un'incapacità di riconoscere la gravità dell'attuale condizione sottopeso e da una preoccupazione aberrante di diventare grassi anche quando il peso è vistosamente sotto la norma, paura che si riflette nel comportamento e nelle abitudini del paziente.

L'anoressia nervosa si traduce in una marcata restrizione dell'introito calorico (AN con restrizione) a cui possono associarsi condotte di eliminazione compensatorie con l'obiettivo di perdere peso attraverso il vomito autoindotto, l'uso di lassativi e diuretici o con un esercizio fisico esagerato (AN con condotte di eliminazione).

Coloro a cui viene fatta una diagnosi di anoressia, infatti, hanno un peso nettamente inferiore rispetto allo standard della popolazione di riferimento, vale a dire un peso più basso del minimo normale, il quale può essere valutato attraverso l'indice di massa corporea (IMC), un parametro utile per misurare il peso del corpo in relazione all'altezza consentendo, così, di stimare il livello di gravità della malattia.

Alcuni individui si sentono in sovrappeso, altri ammettono di essere magri, ma sono lo stesso fermamente convinti che alcune parti del proprio corpo, in particolare glutei, cosce e addome siano "troppo grasse"

Per quanto riguarda la bulimia si tratta di un disturbo caratterizzato dalla periodica ricorrenza di abbuffate compulsive ovvero episodi in cui la persona assume una quantità smoderata di cibo, a cui seguono condotte di eliminazione (es vomito autoindotto).

A differenza dell'anoressia nervosa il peso corporeo si mantiene nei limiti della norma o lievemente maggiore. Un altro disturbo meno conosciuto caratterizzato dalla presenza di abbuffate senza però la messa in atto di condotte compensatorie inappropriate è il Binge Eating.

I DNA minano al benessere psicologico e costituiscono un rischio per la salute fisica e la qualità della vita dell'individuo. Quando una persona soffre di un disturbo del comportamento alimentare inevitabilmente viene coinvolto anche il suo intero sistema familiare per questo è importante che anche le famiglie abbiano un sostegno e vengano aiutate nel comprendere la natura del disturbo, i vari sintomi e quale trattamento sia maggiormente appropriato per i propri figli.

Negli ultimi anni, infatti, si è evidenziata sempre di più la funzione di risorsa che i familiari possono rappresentare, facendo riferimento ad un modello transazionale dello sviluppo secondo il quale la psicopatologia è il prodotto dell'interazione tra più variabili, ponendo particolare attenzione alla relazione e al contesto in una continua interazione tra geni e ambiente. Così se da una parte abusi e maltrattamenti, osservazioni critiche da parte dei familiari sulla forma fisica e l'alimentazione, carenza di cure, modelli relazionali conflittuali e difficili, iperprotettività, alte richieste e aspettative genitoriali, possono rappresentare dei fattori di rischio; allo stesso tempo buone relazioni familiari e genitoriali, buon sostegno emotivo, un ambiente familiare in grado di dare supporto e ascolto, possono rappresentare fattori fondamentali nell'aiutare a contrastare l'insorgenza di questi disturbi e\o migliorarne il decorso e l'esito. 

Per questo è importante il lavoro sinergico tra Servizi, Istituzioni ed Associazioni, inoltre è necessario un approccio diagnostico e terapeutico multidisciplinare integrato che preveda livelli di intervento diversificati e appropriati sulla base delle condizioni cliniche, con l'obiettivo di raggiungere un peso e uno stile di vita sani, per promuovere l'accettazione di sé, restituire il controllo e la gestione della propria nutrizione, in modo da non vivere più il momento dei pasti con vergogna, senso di colpa o insoddisfazione.